25 ottobre 2008

Autunno tiepido


"Noi la crisi non la paghiamo!" e "La protesta non si 'arresta'!" scandiscono gli studenti che manifestano in tutta Italia contro i pesanti tagli a scuola, università e ricerca che il Governo Berlusconi è fortemente intenzionato ad effettuare.
Pesanti tagli. Tant’è che, se il progetto del governo andrà in porto, a breve 85mila insegnanti e 45mila lavoratori tecnici e amministrativi delle scuole verranno mandati a casa. E ancora: un taglio di circa 1.500 milioni di euro alle Università, a cui si aggiunge il blocco sostanziale delle assunzioni per migliaia di precari della ricerca. E 57mila lavoratori precari del comparto pubblico, da qui a sei mesi, non si vedranno rinnovati i contratti (pur avendo maturato i requisiti per le stabilizzazioni previste nelle due passate leggi finanziarie).
Forte e autoritaria è l’intenzione di attuare questa “Riforma” (o meglio sarebbe definirla “devastazione”) da parte del Ministro Gelmini ma soprattutto del capo Berlusconi. Tanto da arrivare addirittura a minacciare studenti, professori, ricercatori, genitori e quanti altri (molti, moltissimi: un mare di gente, come una "onda anomala" che vuole coprire e travolgere l’Italia dell’arroganza, nonché ignoranza, al potere) si stanno mobilitando e stanno protestando (pacificamente). Si minaccia l’uso delle forze di polizia contro chi esercita un diritto democratico e costituzionalmente garantito, contro chi marcia con le sole “armi” della parola e delle idee, del pensiero ancora vivo e resistente (nonostante da tempo provino a renderci tutti automi da format televisivi). Verrebbe quasi da pensare: “corsi e ricorsi storici” (il nefasto ’22 fascista e l’importante ’68 studentesco).
Le mobilitazioni dilagano e assumono le forme di un movimento ampio e generalizzato. Un movimento che, oltre ad opporsi ai disegni regressivi del Governo Berlusconi, mette finalmente in discussione la passivizzazione e il conformismo. Studenti, professori, ricercatori, genitori sono oggi uniti nella lotta contro il criminoso obiettivo della destra al governo di dismettere la struttura pubblica della formazione.
Dunque, l’intelligenza è in movimento in tutto il Paese. L’auspicio è che il Paese tutto acquisisca un intelligente movimento di opposizione, di critica, di lotta all’ingiustizia e ai tanti soprusi che quotidianamente ci opprimono sotto una cappa di desolazione e inermità. Perché è ora di acquisire consapevolezza di ciò che ci spetta, è ora di riprenderci le nostre vite, è ora di prendere in mano il nostro futuro!
* Alessandra *

15 ottobre 2008


Venerdì 17 ottobre
Sciopero generale della scuola
CATANIA: manifestazione cittadina,
concentramento in piazza Roma ore 9,30


La scuola pubblica sta per essere definitivamente smantellata!


- Fra il 2009 ed il 2011 il governo ha previsto tagli ai finanziamenti di 8 miliardi di euro

Sono previsti inoltre:

- Tagli al personale docente ed A.T.A. (147 mila in 3 anni).

- Ritorno al maestro unico con l’eliminazione del tempo pieno (risparmio di 87.000 insegnanti.

- Taglio di oltre 2000 scuole nel paese (quelle sottodimensionate e con meno di 600 alunni).

- Cospicuo ridmensionamento degli insegnanti di sostegno per gli alunni diversamente abili.

- Aumento del numero di alunni per classe.

- Accorpamento e riduzione delle materie.

- Riduzione delle ore di lezione con ripercussioni negative sulla qualità della didattica, sul diritto allo studio, sull’integrazione degli alunni con disabilità e migranti.


Ed ancora:

- L’obbligo scolastico potrà essere assolto nei corsi di formazione professionale. Alcuni giovani continueranno a studiare, mentre altri verranno avviati precocemente al lavoro.

- Il personale sarà assunto direttamente dai dirigenti scolastici con scarse garanzie di trasparenza delle operazioni.

- Si vogliono trasformare le scuole in istituti “Fondazione” affidati ai privati tramite consigli d’amministrazione. Si aprirà così il mercato dell’istruzione.


In Sicilia nel prossimo triennio si prevedono 15.000 posti in meno di cui 3.500 solo a Catania, dove quest’anno si sono persi 650 posti rispetto al 2007/’08. Di questi 241 riguardano il sostegno, con grave danno per gli alunni diversamente abili che si sono visti ridurre l’orario di presenza dell’insegnante di sostegno a sole 4,5 ore alla settimana.


Non possiamo attendere impotenti e passivamente alla devastazione del sistema di istruzione statale ed alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro!

Per contrastare questa sciagurata manovra partecipiamo numerosi il 17 ottobre!


Promuovono: Cobas Scuola, Comitato di sostegno alla scuola, collettivi studenteschi

Hanno aderito: Giovani comunisti(Ct), Rifondazione comunista Ct.....

13 ottobre 2008

Roma, 11ottobre2008: si torna in piazza!!!


Roma invasa dai comunisti! Immenso. Quest’aggettivo sembra particolarmente appropriato per definire il popolo rosso di sabato 11 ottobre. La data di una manifestazione che non dimenticheremo per le emozioni che ci ha regalato e per l’energia che ci ha trasmesso. Si ricomincia dunque dal popolo in lotta sfilato per le strade di Roma, con le 300mila bandiere che hanno colorato di rosso il cielo della capitale. I vessilli, i valori, le idee, le proposte dei comunisti, non sono spariti da questo paese, come qualcuno sperava dopo il tracollo elettorale di aprile. Lo ha dimostrato la manifestazione di Roma. Un’iniziativa che ha messo in luce la vitalità delle forze di sinistra e dei movimenti che vogliono rappresentare un’alternativa alle devastanti politiche dettate dai potentati economici. L’11 ottobre ha dimostrato anche la bontà della linea che ci siamo dati a luglio a Chianciano. Il Partito si è rimesso in moto nella società. L’immenso corteo rappresenta certamente una rinascita dei partiti della sinistra. L’11 ottobre ha dimostrato che non c’è bisogno di stare in tv e sui giornali per fare politica – la manifestazione è stata pressocchè oscurata su media – ma che se si parla di contenuti, delle esigenze materiali del paese, torna il nostro protagonismo sociale. Si riparte quindi. L’opposizione sociale e politica al governo Berlusconi e a Confindustria trova uno sbocco ed un punto di inizio concreto nella manifestazione di Roma. Si tratta di un input per le altre manifestazioni di vera opposizione che si terranno in autunno, dallo sciopero generale del 17 ottobre, indetto dal sindacalismo di base, allo sciopero generale sulla scuola del 30 ottobre. La manifestazione segnala inoltre l’esigenza di fare opposizione, quella vera, di ripartire dai contenuti, dalle esigenze di coloro che vogliamo rappresentare. C’erano i lavoratori, c’erano gli studenti, i pensionati, i movimenti impegnati nella difesa dei territori dagli sconquassi provocati dalle politiche neoliberiste, c’erano gli oppressi quotidianamente strozzati dal caro vita. Da segnalare la presenza massiccia di giovani – l’età media del corteo era medio bassa – che hanno dato maggior vigore ad una manifestazione veramente sentita e partecipata. Compagne, compagni, ora se davvero vogliamo rimetterci in connessione sentimentale col nostro popolo, ripartiamo da qui, dall’11 ottobre a Roma, da quel mezzo milione di bandiere rosse e da quello che rappresentano. Torniamo a lottare, non siamo soli!Dall’11 ottobre tutti saranno costretti a tornare fare i conti con quanto rappresentiamo. La ritirata è finita davvero: i comunisti sono ritornati protagonisti nella politica del paese.