In Sicilia... aspettando la Rivoluzione...
ci tocca tornare alle urne con pochissimo entusiasmo, senza alcuna speranza di successo, con la solita consapevolezza che nulla cambierà. Ancora troppo gattopardesco lo spirito siciliano, per cui basta un Micciché o un Lombardo a dare una immagine di cambiamento e superamento del cuffarismo/favoreggiamentismo al singol mafioso (attenzione: dunque, non mafia! non Associazione Mafia Spa, prima azienda d'Italia! è differente! ...?... o almeno così ci dicono!).
Per tutto ciò (e per molto altro ancora) chiediamo che sia ancora Rita (Borsellino) la nostra candidata: una donna di sinistra, che non sarà "Comunista" o "Rivoluzionaria" nell'accezione più alta a cui si possa pensare con questi termini ma che rappresenta (o meglio rappresenterebbe concretamente se le fosse data la possibilità di farlo) un non astratto, vero, inizio di "Rivoluzione" per la Sicilia.
Non un'icona dal pesante e impressionante cognome da portare in processione per le strade, ma una donna-carovana perennemente in giro per la Sicilia capace di ascoltare la società civile, i problemi, le speranze e la voglia di lasciarsi alle spalle i gattopardi... per cambiare tutto perché tutto cambi davvero stavolta.
Non un nome, non un leader in stile modello americano, non una moda "candidiamo una donna" (Anna o Rita, tanto una vale l'altra, basta che abbiano un volto rassicurante; che importa se una è espressione di un partito "democratico" - "ma non troppo" perché ciò che conta è il bipolarismo - e l'altra espressione invece di un più ampio programma partecipativo di sinistra), bensì un programma concreto di alternativa per un'altra storia possibile, per un'altra Sicilia:
- in cui il diritto costituzionalmente garantito al lavoro venga finalmente riconosciuto come tale (diritto, appunto, non favore);
- in cui i giovani possano restare e costruirsi il futuro;
- in cui lavoro nero e morti sul lavoro non siano più regola a cui rassegnarsi;
- in cui la sanità non sia più "la mafia è bianca";
- in cui la ricchezza del patrimonio naturale, paesaggistico, artistico, venga valorizzato (e non più martoriato) a vantaggio di tutti (impedendo, quindi, le private speculazioni).
ci tocca tornare alle urne con pochissimo entusiasmo, senza alcuna speranza di successo, con la solita consapevolezza che nulla cambierà. Ancora troppo gattopardesco lo spirito siciliano, per cui basta un Micciché o un Lombardo a dare una immagine di cambiamento e superamento del cuffarismo/favoreggiamentismo al singol mafioso (attenzione: dunque, non mafia! non Associazione Mafia Spa, prima azienda d'Italia! è differente! ...?... o almeno così ci dicono!).
Per tutto ciò (e per molto altro ancora) chiediamo che sia ancora Rita (Borsellino) la nostra candidata: una donna di sinistra, che non sarà "Comunista" o "Rivoluzionaria" nell'accezione più alta a cui si possa pensare con questi termini ma che rappresenta (o meglio rappresenterebbe concretamente se le fosse data la possibilità di farlo) un non astratto, vero, inizio di "Rivoluzione" per la Sicilia.
Non un'icona dal pesante e impressionante cognome da portare in processione per le strade, ma una donna-carovana perennemente in giro per la Sicilia capace di ascoltare la società civile, i problemi, le speranze e la voglia di lasciarsi alle spalle i gattopardi... per cambiare tutto perché tutto cambi davvero stavolta.
Non un nome, non un leader in stile modello americano, non una moda "candidiamo una donna" (Anna o Rita, tanto una vale l'altra, basta che abbiano un volto rassicurante; che importa se una è espressione di un partito "democratico" - "ma non troppo" perché ciò che conta è il bipolarismo - e l'altra espressione invece di un più ampio programma partecipativo di sinistra), bensì un programma concreto di alternativa per un'altra storia possibile, per un'altra Sicilia:
- in cui il diritto costituzionalmente garantito al lavoro venga finalmente riconosciuto come tale (diritto, appunto, non favore);
- in cui i giovani possano restare e costruirsi il futuro;
- in cui lavoro nero e morti sul lavoro non siano più regola a cui rassegnarsi;
- in cui la sanità non sia più "la mafia è bianca";
- in cui la ricchezza del patrimonio naturale, paesaggistico, artistico, venga valorizzato (e non più martoriato) a vantaggio di tutti (impedendo, quindi, le private speculazioni).
Nessun commento:
Posta un commento